Il termine solarizzazione è spesso usato non correttamente per descrivere l'effetto Sabattier. In realtà essa consiste nell'ottenere un'immagine fotografica attraverso una prolungata esposizione ad una luce estremamente luminosa. È stata osservata per la prima volta in dagherrotipi sovraesposti. Non sono necessarie seconde esposizioni per produrre l'inversione. La vera inversione da solarizzazione è il risultato del rilascio di ioni di bromuro causato da uno sviluppo molto intenso nella zona di sovraesposizione. L'esposizione necessaria per produrre l'effetto solarizzazione si aggira tra le 1.000 e 10.000 volte quella necessaria per produrre il nero totale sul negativo. E' un metodo che oggi viene utilizzato piuttosto di rado, e che veniva menzionato da Louis Daguerre già dal 1831, anche se egli non lo chiamava solarizzazione.
L'effetto Sabattier consiste in una inversione parziale o completa dei toni dell'immagine su una pellicola o sull'emulsione di una carta, così come sui contorni distintivi (chiamati linee di Mackie, in quanto fu Alexander Mackie che a descriverle per primo) che delimitano zone di luce e ombra adiacenti. Fu scoperto nel 1862 da Armand Sabattier a seguito di una esposizione accidentale alla luce durante lo sviluppo di una lastra, il che portò ad una parziale inversione dei toni.
Alcuni aspetti da considerare per una buona riuscita sono:
Utilizzare carta ad alto contrasto che darà un effetto più drammatico.
Scegliere pellicole lente, più facili da lavorare in quanto richiedono tempi più lunghi in fase di sviluppo.
Usare una stampa con molte zone di luce per ottenere risultati più drammatici.
Diluire lo sviluppatore più di quanto raccomandato dal produttore.
Il processo inizia sviluppando e agitando la carta normalmente. Quando l'immagine comincia a far capolino, rimuovere la stampa dalla vaschetta e metterla in un'altra contenente soltanto acqua per circa dieci secondi al fine di rallentare lo sviluppo.
Quindi si deve esporre di nuovo la carta alla luce per una durata di circa due secondi ed usando una sorgente tipo una lampada a 15 o 20 watt posta a 3 o 4 metri di distanza dalla stampa.
Infine mettere la carta nuovamente nello sviluppatore per il tempo rimanente di sviluppo. Completare il processo utilizzando normalmente un bagno di arresto, uno di fissaggio ed uno per il lavaggio finale.